sabato 6 agosto 2011

Prima tappa Giro d'Italia in 60 bomboniere

Sabato 9 Luglio

Abbiamo attaccato sulla macchina tutti i loghi dei nostri sponsor, poi via verso Genova!
Sulla A7 abbiamo visto dei getti d’acqua (gli irrigatori dei campi) che formavano tanti fugaci arcobaleni con la luce del Sole, visibili solo per qualche secondo mentre noi passavamo vicino. Impossibili da fotografare, meravigliosi da vedere.
Usciamo a Genova Est per andare verso Serra di Cicagna, un frazione arroccata su di una collina in Valfontanabuona. Lì, sulla strada stretta in salita, ci aspetta Franziska Cecia Barbazià (Francesca Barbagelata)  con le sue due dolci bambine, Emma e Dalia, rispettivamente di 9 e 3 anni, i suoi due cani ed il suo gatto. Tutte ci accolgono calorosamente e dopo averle conosciute un po’, parlando con Francesca e giocando con le piccole, ci portano in una trattoria lì accanto a mangiare dei buonissimi taglierini al pesto, profumatissimi.
Dopo il pranzo torniamo a casa per vedere il laboratorio di Francesca, nulla di più di una stanza divisa dalla stanza giochi delle bambine da una libreria. Francesca ci racconta della passione delle sue bambine per ficcare le ditine dentro alle sue creazioni non ancora cotte chiedendo -si può toccare?-
Emma e Dalia sono molto fortunate perché attorno a casa hanno uno spazio abbastanza grande all’aperto dove giocare e vivono in un posto abbastanza isolato, lontane dai pericoli della città.


Francesca è molto anticonvenzionale, la si può definire uno spirito libero, la tipica donna che sarebbe finita sul rogo per direttissima, bruciata per stregoneria, e un po’ della strega sicuramente ce l’ha: le piace andare in giro a piedi nudi, coltiva erbe aromatiche, prepara misture, sente molto forte il legame con la Madre Terra e trasmette l’amore per la natura alle famiglie. Amore su cui abbiamo delle riserve, perché? Ero in casa a giocare con le bimbe in modo da permettere a Francesca e Maurizio di poter terminare di fare le foto, e c’era un vampiro che ci ronzava attorno, la volevo acchiappare, ma la piccola Dalia mi ha detto di non farlo perché quella era una zanzara buona. Che fosse un animale di famiglia o qualche zia strega sotto incantesimo? Non so, ma la sanguisuga mi ha mangiato comunque. Francesca però, insieme ad una sua amica, pare che portino avanti una vera e propria “tradizione stregonesca”, infatti si dice che le donne di Cicagna, in Val Fontanabuona, fossero tutte streghe, cosa confermata da alcune fonti del tardo XVII secolo e dimostrerebbe l’esistenza di una vera e propria setta, se volete saperne di più vi rimandiamo a questo LINK
Volete conoscere meglio Francesca? Ecco a voi l’intervista che le abbiamo fatto in un filmato con tante foto sue

creazioni (e con due foto delle sue bimbe)!


Queste creature del bosco
han deciso di radunarsi
attorno alle pietre in questo paniere

Un piccolo calderone traboccante di ciondoli!
Questi specchietti decorati
in cernit sono disposti a formare
il simbolo della Dea Madre
Dopo avere salutato tutte e tre, siamo ripartiti verso La Spezia, dove avevamo la camera per la notte. 
Sulla strada abbiamo deciso di provare a vedere le Cinque Terre, ma… diciamo che vi sconsigliamo di andarci in macchina, perché i parcheggi sono pienissimi e per potersi spostare da una terra all’altra sarebbe meglio avere a disposizione un’automobile piccola (perché le strade sono strette anche se a doppio senso di marcia), ma potente (perché le risalite hanno messo a dura prova la nostra piccola lancia Ypsilon). Come ci è stato detto in seguito, il modo migliore per visitare le Cinque Terre è col treno o, in alternativa, con i traghetti che partono appositamente dalla Spezia.  
Verso sera siamo arrivati a La Spezia, il porto era pieno di grandi navi della marina militare! Trovare parcheggio per fortuna è stato semplice, perché in città dalle 20 del sabato a alle 8 del lunedì i posti normalmente a pagamento sono gratuiti.

A Francesca abbiamo chiesto anche di darci la ricetta del vero pesto genovese, eccovi gli ingredienti, così potrete provarlo buono come quello abbiamo mangiato noi:
Basilico (Ocimum Basilicum) - 50 grammi di foglioline di basilico possibilmente giovane e fresco
Olio extravergine di oliva - ½ bicchiere
Formaggio grattugiato - 6 cucchiai da cucina di Parmigiano Reggiano o Grana Padano e 2 di Pecorino(romano, toscano, sardo o siciliano).
Aglio - 2 spicchi
Pinoli - 1 cucchiaio da cucina
Noci (facoltative, in sostituzione ai pinoli)
Sale

A voi piacciono i detti e i dialetti? A Noi molto, quindi abbiamo chiesto a Francesca anche di condividere con noi alcuni modi di dire delle sue parti:

A mëgio mëxinn-a a l'è o decotto de cantinn-a.
La miglior medicina è il "decotto" di cantina

L'è mëgio ëse cöa de grigoa che cû de lion.
È meglio essere la coda di una lucertola che il sedere di un leone.

Pestâ l'ægua in to mortä.
Pestare l'acqua nel mortaio, perdere tempo

Sciûsciâ e sciorbî no se pêu.
Soffiare e succhiare non si può.


Cicagna però ha anche un’altra storia molto carina da raccontare, ringraziamo Francesca per avercela mandata e vi consigliamo di leggerla:

La cicogna dei bambini
Questa novella … ha avuto il suo inizio nel lontano 1922 quando nelle mani della allora direttrice delle poste di Cicagna Signora Mara Colotto, arrivò una lettera indirizzata alla CICOGNA DI VIA DEI CIELI e per puro caso o forse no, questa lettera indirizzata alla cicogna arrivò a cicagna. La signora colotto da subito fu tentata al voler aprire quella simpatica busta per capire cosa si chiedeva alla cicogna, dopo alcuni tentennamenti si decise ad aprirla e fu così che aprendo quella busta trovò un messaggio alla cicogna da parte di un bambino di nome Gianni che chiedeva un fratellino. Colpita dal messaggio la Cicogna di Cicagna impersonata da Mara Colotto, rispose e forse per caso oppure no quel desiderio fu esaudito, la notizia si fece largo e di li a poco incominciarono ad arrivare lettere alla Cicogna di Cicagna da molte parti d’Italia e del mondo
La direttrice delle poste nel 1960 andò in pensione e la corrispondenza continuò cambiando negli anni diverse cicogne, le lettere continuarono ad arrivare da tutte le parti del mondo, lettere molto significative delle quali se ne possono trovare una rappresentazione nella mostra allestita annualmente a metà luglio dal Comune in occasione della festa dedicata proprio al mondo del Bambino.
Ancora oggi la cicogna continua a rispondere perché  arrivano ancora lettere a lei indirizzate e lei, la cicogna, giustamente cerca di accontentare i bimbi che chiedono il fratellino o la sorellina.
A seguito del pensionamento della direttrice postale, nel 1960 la storia delle lettere divenne in poco tempo di pubblico dominio fra i Cicagnini e fù così che Cicagna si attivò subito con una sorta di comitato  capitanata da Roberto Foppiano, cultore di storia locale, decidendo di erigere una sorta di monumento a ricordo di questa bella novella,  costruire quindi una cicogna per far sì che diventasse una sorta di simbolo di Cicagna.
Venne coinvolto Ivan Palazzolo che realizzò i disegni e un ragazzo che faceva il fabbro per la sua realizzazione, quel ragazzo era  Bacigalupo Davide conosciuto come “Gira”, mise anima e corpo nel realizzare il monumento, curandolo proprio nei minimi particolari.
Nel 1962 la cicogna venne posizionata sulla torre civica e da allora vigila il paese di Cicagna e dove ancora oggi arrivano lettera al suo indirizzo:
La Cicogna  - Via dei Cieli n.5 – 16044 Cicagna (GE).

Adessi vi salutiamo e vi diamo appuntamento al prossimo post, nel quale parleremo del primo degli sponsor che ci hanno ospitato durante il viaggio: Monteverdi Resort a La Spezia.

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